L'
A.S.Fe.R., in collaborazione con la
Fondazione Belvedere e il
Comune di Peccioli, sta lavorando al primo Think Tank su
Risorse della terra e liberazione umana che si terrà il
29 settembre 2008 a Peccioli.
Protagonista dell'evento sarà
Leonardo Boff, del quale diamo intanto alcuni tratti.
Nipote di immigrati italiani venuti dal Veneto alla fine del XVIII secolo per installarsi nel Rio Grande do Sul, membro di una famiglia non nuova alla vocazione religiosa, entrò nel 1959 nell'ordine dei frati francescani minori, presso cui emise la professione di fede nel 1964, diventando sacerdote della Chiesa cattolica romana. Nello stesso periodo studiò teologia e filosofia in Brasile, Germania, Belgio e negli Stati Uniti d'America, fino al conseguimento del dottorato di Filosofia e Teologia presso l'università di Monaco nel 1970 (uno dei due relatori era Joseph Ratzinger). In quell'anno Boff occupò la cattedra di teologia sistematica ed ecumenica all'Istituto teologico francescano di Petrópolis in Brasile. Nello stesso periodo fu direttore di varie riviste, quali la "Revista Eclesiástica Brasileira" (dal 1970 al 1984), la “Revista de Cultura Vozes” (dal 1984 al 1992) e la “Revista Internacional Concilium” (dal 1970 al 1995), e consulente della conferenza episcopale brasiliana. Fu anche docente visitatore presso le università di Lisbona, Salamanca, Harvard, Basilea ed Heidelberg.
Lo scontro con le gerarchie vaticane
L'attività pubblica di Boff è sempre stata caratterizzata da una strenua difesa dei diritti dei più poveri; egli va denunciando con fermezza e vigore le grandi lobby industriali brasiliane che, a suo dire, sfruttano il popolo delle favèlas. Boff contribuì in modo essenziale alla elaborazione della teologia della liberazione. I tratti marxisti del suo continuo impegno nella lotta contro l'oppressione dei popoli latinoamericani lo portarono a scontrarsi sempre più aspramente con le gerarchie vaticane, che, a partire dal 1971, lo ammonirono più volte.
Nel 1984 fu convocato in Vaticano e sottoposto ad un processo da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede, allora presieduta dal prefetto Joseph Ratzinger (in seguito eletto papa col nome di Benedetto XVI), a causa delle tesi esposte nel suo libro Chiesa: Carisma e Potere. Nonostante le giustificazioni fornite, l'anno successivo fu condannato al silenzio ossequioso. A causa di pressioni internazionali la decisione fu parzialmente revocata nel 1986. Nel 1992, a seguito di ulteriori minacce di provvedimenti disciplinari da parte dell'allora Papa Giovanni Paolo II se avesse preso parte al Summit della Terra, Boff abbandonò l'ordine dei francescani.
Il "processo" in Vaticano nel racconto di Boff*
... Una vera conversazione però l'abbiamo avuta soltanto durante la pausa, quando abbiamo preso il caffè. Ad esempio Ratzinger ha detto: «La tonaca le sta molto bene, padre Boff. Anche così si può dare un segno al mondo». Io ho risposto: «Ma è molto difficile portare questa tonaca perché da noi fa caldo». E il cardinale: «Così la gente vedrà la sua devozione e la sua pazienza e dirà: sta scontando i peccati del mondo». E io: «Abbiamo bisogno, certo, di segni di trascendenza, ma quelli non passano per la tonaca; è il cuore che deve stare a posto». Al che Ratzinger ha replicato: «I cuori non si vedono; bisogna pur vedere qualcosa». Ho risposto: «Questa tonaca può anche essere un segno di potere. Quando la porto e salgo sull'autobus, la gente si alza e dice: 'Padre, si accomodi' . Ma noi dobbiamo essere servitori».
* Da un'intervista al teologo apparsa sul settimanale tedesco Der Spiegel a firma di Birgit Kraatz e Manfred Mueller. L'intervista è riproposta in italiano sul quotidiano la Repubblica il 22 settembre 1984.
[Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Leonardo_Boff]